I Poveri Vergognosi

La chiesa di San Martino al Vescovo e i poveri vergognosi

San Martino al Vescovo fu fra le chiese più antiche della città, fondata verso la fine del X sec.
Fu parrocchia di Dante Alighieri (la tradizione vuole che il matrimonio di Dante con Gemma Donati si sia celebrato proprio qui) e si trova in una piccola piazza di fronte alla Torre della Castagna, dietro la Badia fiorentina.

La crescita demografica conosciuta da Firenze durante il XIII secolo fino al 1348 aveva trasformato l’urbanistica della città: nuove e grandi mura e nuovi palazzi e e maestose chiese.
La piccola chiesa di San Martino fu così soppressa ma nel Quattrocento l’edificio divenne l’oratorio di una confraternita di recente fondazione: i Buonomini di San Martino, che nel 1479 trasformarono completamente l’edificio, invertendone l’orientamento, con il nuovo ingresso posto là dove lo vediamo noi ora ed affidarono alla bottega del Ghirlandaio la decorazione del ciclo di affreschi che rappresentano Le sette opere di Misericordia.

 

Compagnia dei Buonomini di San Martino

La Compagnia dei Buonomini di San Martino nacque per volere del priore del convento di San Marco, Sant’Antonino Pierozzi.
Erano 12 giovani uomini di estrazione varia e molto rappresentativa della società di allora: 4 membri provenivano dalla borghesia mercantile, 1 era un libero professionista , 6 erano artigiani e 1 era un operaio non iscritto a nessuna Arte. Gli unici esclusi erano i nobili.
La regola fondante della Congregazione dei Buonomini era l’impossibilità di capitalizzare il denaro derivato dalle offerte fatte dai fedeli: tutto doveva essere redistribuito.

Lo scopo dei Buonuomini era la carità a dei poveri speciali: i “poveri vergognosi”.

Cioè a quelle persone che, nate di buona famiglia erano state umiliate dalle avversità; coloro che dopo aver vissuto nell’agiatezza, ora stentavano nell’indigenza ; coloro che, dopo essere stati fortunati nei commerci o grandi negli affari pubblici, erano stati travolti dalla disgrazia e ora si trovavano privi dei mezzi e si vergognavano di mendicare il pane.

Stiamo parlando di top manger, persone che fino a poco prima concedevano prestiti ai regnanti di mezza Europa, proprietari di attività che decidevano del presente e del futuro del mondo.
Un investimento sbagliato, un prestito non restituito una nave con merci affondata aveva causato la loro rovina.
Da ricchissimi a poverissimi.

L’idea di San Antonino era quello di creare una carità specializzata, in un mondo dove tutto era ancora generalizzato. Gli “spedali” e le confraternite si occupavano di tutto: poveri, vecchi, bambini, malati….
Sant’Antonino invece riteneva che fosse invece necessaria una specializzazione per rendere più efficaci gli aiuti (si pensi al neonato Spedale degli Innocenti, il primo orfanotrofio del mondo).
L’idea fu di grandissimo successo. La Compagnia ricevette fondi pubblici e privati.

I Buonuomini avevano pensato ad un sistema discreto per far capire quando davvero avevano bisogni di aiuto. Mettevano delle candele davanti alla chiesa. Quando delle candele era rimasto solo il lumicino significava che anche i soldi erano finiti. Per questo si iniziò a dire che “erano ridotti a lumicino”.

Quindi molte persone facevano donazioni ai poveri vergognosi. Quando erano di piccola entità erano fatte in modo anonime, attraverso la buchetta delle elemosine, posta in facciata quando invece erano più sostanziose venivano registrate.

Fra gli altri, nei libri mastri si legge:
Lorenzo e Giuliano de’ Medici deono dare, a dì 25 di marzo 1475 lb. milledugiento e quali ci fanno buoni per loro volontà pe’ poveri verghognosi della città di Firenze…

La Compagnia ebbe anche la sponsorizzazione di ben 5 Papi che in cambio di elemosina promettevano indulgenze (ben 2008 anni !), come si legge infatti sulla targa in facciata:

OGNI VOLTA CHE UNO FA LIMOSINA AI POVERI
VERGOGNOSI DELL’OPERA DI S. MARTINO
ACQUISTA ANNI DUEMILAOTTO E ALTRETTANTE
QUARANTENE D’INDULGENZA CONCEDUTE
DA CINQUE SOMMI PONTEFICI COME CONSTA DAI
LORO BREVI ESISTENTI IN DETTA OPERA


COVID-19

Questa piccola chiesa però mi è sempre stata un po’ indigesta.
Io mi sono sempre chiesta se davvero ci fosse la necessità di una Compagnia del genere.
Firenze all’epoca aveva sicuramente poveri più meritevoli di aiuto, insomma poveri più poveri di questi. E poi questi, che erano stati così ricchi, perché non avevano pensato a mettere qualcosa da parte? E poi se erano così poveri perché vergognarsi di chiedere l’elemosina?

Poi è arrivato Covid-19 e ha cambiato il mio punto di vista.
Firenze è una città ricca che vive riccamente di turismo. Da un giorno all’altro Firenze si è trovata senza niente. ZERO turisti, ZERO incassi.
Quelle che, fino a poco tempo fa erano professioni redditizie non rendono più nulla. Sono chiuse perchè manacano clienti.
In un batter d’occhio chi era e faceva progetti da “ricco” è incredibilmente diventato “povero”. Non povevo povero da dover mendicare, ma “vergognosamente povero” – alla maniera dei Buonuomini.

Nel 1400 a Firenze fu un Vescovo a pensare fuori dagli schemi e ad introdurre idee innovative e a preoccuparsi di questi “diversamente e vergognosamente poveri”.
Forse dopo anni di incassi ragguardevoli di tassa di soggiorno e di bus turistici, il Comune di Firenze (che quest’anno aveva messo a bilancio circa 80 milioni di euro basandosi su questi introiti) è chiamato ad avere nuove e brillanti idee per pensare ad una nuova Firenze e ai suoi cittadini diventati più poveri.

 

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